domenica 15 febbraio 2009

Stralci di vicentinità letteraria


LETTERATURA VENETA


Il Veneto è una regione eccentrica che fa da ponte con diverse culture. La sua letteratura sfugge talvolta ai paradigmi collegati all'idea di letteratura italiana, e disorienta i critici, che non possiedono strumenti di misura adatti”.

VICENTINITA' E SEMPLICITA' CONTADINA

Restava, in Negro, il rimpianto della casa paterna, abbandonata, all'imbocco della Valle del Chiampo, della sua gente, delle antiche letture, del lavoro dei campi; la memoria della lunga siesta invernale fra le bestie della stalla, e la prima messa mattutina; ma soprattutto lo pungeva un costume semplice e solido, fatto a immagine delle stagioni, quasi tradito”.

VICENTINO = PROVINCIALE

Gian Dàuli è vicentino nei luoghi e nei caratteri non solo per la testualità dei teatri dell'azione e il disegno di alcuni personaggi, ma anche per certo gusto provinciale immaginoso, facile all'avventura. Esce dalle pieghe di famiglie disastrate, dovei patrimoni sono dissolti da eredi tarati e inetti. È un mondo di avvenimenti senza grandezza, dove la coscienza del male e dell'errore non trova catarsi”. “Rinasce il dramma di quel mondo provinciale, perso fra superstizione e devozione, misticismo e follia, che è nelle radici della vicentinità (coi distraenti problemi dell'amore non consumato o sprecato per errore)”.

I DUE MAESTRI LETTERATI VICENTINI: FOGAZZARO E PIOVENE

Ma mentre Fogazzaro ebbe per quella società i riguardi del gentiluomo romantico di buone maniere, Piovene, dotato di ragguardevole spirito critico colse con vigore i caratteri di miseria morale, di disfacimento e follia”. “Lo accomuna al Fogazzaro, oltre al mondo di alcuni dei suoi personaggi preda di follie mistico-autolesionistiche, la partecipazione continua del paesaggio ad ogni avvenimento. E il paesaggio Piovene è quello di Vicenza, dove la pianura, le colline e gli alberi prendono voce e colori”.

VICENTINITA' E CADUTA NOBILIARE / VICENTINITA' E FEDE

Nel leggere i romanzi di Fogazzaro si ha la sensazione che gli anni vicentini, andati dal 1866 all'anno del suffragio universale, siano stati di irreparabile decadenza per le classi ricche che avevano governato le città ed erano vissute sui resti delle proprietà immobiliari e dei fondi agricoli; e che sia nato allora quel tipo di borghesia imprenditoriale e di aggregato popolare, consolidato nelle prime società operaie. Il privilegio ottocentesco della ricchezza e dei titoli declina dopo il 1866. Ed è a questo quadro aggiornato di una società cattolica, tarata nella fede, che si rifà, più con intelletto critico che con capacità poetiche, la vicentinità di alcuni scrittori”.

NAVIGABILITA' DEI FIUMI VICENTINI

Durante il viaggio letterario per l'Italia, Ojetti nel 1896 incontrerà a Vicenza, dopo Fogazzaro, Lioy, di mattina presto, in barchetta sul Retrone”.

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