martedì 28 luglio 2009

special thanks to laura

a documentare il nostro WS ci ha pensato laura (LL), con un breve articolo di presentazione su e:ikon n. 3 e poi con un articolo "a 360°" uscito sul n. 4 lo scorso giugno.

curiosate pure cliccando le copertine della rivista su:

lunedì 6 luglio 2009

pre-visioni vs visions


le nostre pre-visioni vicentine approdano a firenze: tra i progetti inseriti nell'installazione video my vision realizzata da squint/opera ci sarà anche un progetto per l'area del centro storico di vicenza.
è un'immagine suggestiva e riconoscibile di uno dei luoghi più noti della città, rivisitato in chiave visionaria e qui proposto tra ..."le più convincenti, straordinarie, fantastiche visioni di architettura del mondo".
my vision introdurrà i visitatori all'ingresso della stazione leopolda di firenze, dove si svolgerà dal 9 al 17 luglio 2009 il IX festival internazionale di architettura in video.
www.beyond-media.org

domenica 22 febbraio 2009

MA E' FINITA?

Signore/i; è stato bello finchè è durato...

un saluto e un ringraziamento a:
Flavio
Luis
Joao
Cino
Werner

giovedì 19 febbraio 2009

Re: Dove sono le fontane di Vicenza?



a san lorenzo. è l'unica fontana interessante che ho trovato... non l'ho ancora vista di persona.
l'ho scoperta postuma su flickr dopo che avevo ipotizzato di mettere in piazza delle erbe una cosa analoga, tipo un'installazione di jeppe hein.
appearing rooms, è un'installazione che ha stazionato per un po' a villa manin a codroipo (inarrivabile luogo ahimé, dove per alcuni anni abbiamo avuto un eccezionale centro d'arte contemporanea).

http://www.jeppehein.net/

Sinossi Pre-Visioni Aree Centrali

ABACO DI SOLUZIONI

ACQUA
A Vicenza non c'è rapporto d'acqua, cose se ci si vergognasse...

Metafora dell'acqua: stato liquido = sociale, stato solido = costruito; stato gassoso = l'imprevisto.

Fluidificare.

Resistono dei piccoli micro-affacci: ricucire gli elementi di passaggio pubblico lungo il fiume.

Strategie per materializzare la forma e la consistenza del fiume.

A-FISICO
Rompere gli schemi più che le strade: cambiare l'odore con una operazione “chimica”. Il discorso di modificazione fisica, da solo, non basta.

La comunità di può riconoscere con “relazioni generative”.

Le zone umane.

ARCHITETTO CHIERICO / ARCHITETTO CORTIGIANO

AUTOMOBILE IN CENTRO
La macchina ha sconvolto il nostro territorio.

Si può pensare un centro tutto pedonale/ciclabile?
Quello che manca in centro sono i parcheggi (sotto) e il verde (sopra).
Il parcheggio non è la strada: togliere le auto dalla strada.

BATRACOMIO-MACHIA

CITTA' SIMBOLICA (NON DIABOLICA)
Città Babele – Città Gerusalemme.

San Paolo: “Tutto e lecito, ma non tutto edifica” (prima lettera ai Corinzi 10,23).

Abitando la città noi ci sentiamo abitati da un senso.

La città antica piace a tutti: pantofola vecchia. I centri storici ci appaiono armonici, quasi come siano bio-degradabili.

COLLAGE ARCHITETTONICO / RICICLAGGIO ARCHITETTONICO
Il semiotico/citazionista = tutto ricicla; il dandy/gesuitico = la cosa in sé.

Fare la lista della spesa?

Non certezze ma con certezze soggettive.

COMMERCIO IN CENTRO
Il centro sta diventando il garage per andare fuori al centro commerciale.

DISTINGUERE L'URNA DAL PITALE

DIVERSITA'/UGUAGLIANZA
Una idea semplice ma molto difficile da realizzare in architettura: gli esseri umani sono simili, ma al tempo stesso ognuno è diverso dall'altro.

ECCEZIONE/CASO
La pianificazione, oggi, non può più essere statica, deve includere la possibilità dell'imprevisto. Bisogna liberare gli strumenti di gestione.

Un tempo si cercava di evitare l'azzardo. Come coniugare l'azzardo nella pianificazione?

Il format del piano ci protegge dal temendo ma ci toglie l'eccezionalmente buono: favorisce la mediocrità.

L'incidente non è prevedibile, bisogna permettere di accogliere l'incidente nella programmazione per indirizzarlo: poter cambiare direzione.

In arte c'è la combinazione di caso+congruenza, cioè non esiste un algoritmo che ci aiuti ad essere “creativi” ma l'occasione casuale, va mantenuta per scelta.

FORMA
La modernità tende ad evitare la forma, la deriva dall'esterno: diagrammi di flussi di persone o macchine... Ma alla fine l'architetto deve dare una forma. Allora se utilizzo un “processo” la forma diviene irrilevante.

Non cerchiamo la forma ma il programma.

Non importa la forma ma il grado di partecipazione.

FRAMMENTI
Manifesto del terzo paesaggio: zone di frangia non cementate, biodiversità. Non scacciare il diverso.

E' più potente il tutto o il frammento? Un pezzo di organismo che riattiva le coronarie.

Lo scarto come plus.

Se i margini sono ipotecati: si lavora sulle interiore, sullo snodo carnale, sul fegato (per poi farlo alla veneziana).

G_LOCAL

GRADO DI EVOLUZIONE
Disegnare un calco della città da riempire con lo stesso grado di definizione dappertutto: è rigido. In alcune zone si può essere sicuri di alcune cose e in altre si lascia sfumato.

IL “FESTIVAL DELL'ARCHITETTURA” A VICENZA?

LUOGHI CENTRALI
A Vicenza 3 piazze rappresentano 3 poteri: Piazza dei Signori = politico; Piazza Duomo = religioso; Piazza Castello = industriale.

La Basilica non è un “luogo museale” pianificato. Bisogna pensarla come occasione: il “programma” non l'edificio. La mediateca? L'emeroteca? La sala riunioni-congressi legata all'evento ma utilizzabile a “ciclo continuo”?

Forse a Vicenza non vi è la massa critica, ci vuole uno spazio calibrato, non il grande oggetto ma i luoghi a contorno.

Un ingresso splendido: portare Vicenza in Piazza Matteotti.

Alzo il tappeto e metto le immondizie sotto.

Microcittadella.

MEDICINA/ARCHITETTURA
Vicenza storica è densa di “neuroni”, mancano i “neurotrasmettitori” (senza, la città muore).

Oggi, la città è ancora concepibile come “organismo vivente”?

Un organo, sempre sotto stress, cede: disequilibrio equilibrio e poi nuovo disequilibrio.

MISTURA
Miscelazione contro la zonizzazione monofunzionale.

Meticciato / Pourpurrì.

Mix Pubblico-privato.

Trasversalità.

Ibridazione.

Mixitè = lo straniero porta la “novitas” in città.

Temporanea coesistenza di tutti gli elementi.

Attraverso.

Pelle camaleontica, mimetica, seppia.

NON DETTO
Fare del silenzio una religione. Silenzio pieno.

Non decidere è la scelta più radicale, oggi.

OLANDO
“Se hai 27 anni, sei olandese e figo; dici: progetto un giardino arancione sospeso in aria, tutti dicono: che bella idea!. Se sei italiano ti dicono: ma va' a cagare.

ORBANISMO
Urbanistica interstiziale.

Architettura sfoderabile.

Non quello che l'architetto vuole ma ciò che vede l'occhio.

OSSESSIONE SISTEMICA / OCCASIONI PUNTUALI
Dare ordine a ciò che è provvisorio.

PIANI
Rendere visibile il piano orizzontale della città e far emergere alcuni elementi verticali.

Lavorare sul suolo: a strati.

PLURALITA'
Visione multicentrica e contemporanea.

Mettere-insieme: interconnessioni.

Spazi poliedrici-simultanei.

Non più uno stile unico ma cambiare registro in base ad ogni specifico luogo.

Il disabile pensato da subito, le para-attività, gli alloggi temporanei, centro down, residenze schizzofreniche...

PRE_VISIONARI
Diventare chimici, Sherlock Holmes ed Eta Beta.

QUALE VIENE PRIMA?
- Testo/Musica
- Programma/Forma
Il moderno è affascinato dall'arte popolare folk, e fa il folk-rock.

RAPPORTI
La città non è costruita da case, ma da rapporti tra persone: se oggi i rapporti cambiano, cambia l'idea di città.

Gli spazi più sono piccoli/compressi più costringono a unire.

RINATURALIZZARE
Non c'è sono il pietroso e l'acquoso: portare dentro il ritorno vegetale.

Città litica-mineralizzata.

Biodiversità in un luogo di pietra?

Terren vague.

RI-SIGNIFICAZIONE

TEMPO/SPAZIO
Abbiamo cercato di gestire il volume e lo spazio ma abbiamo malgestito il tempo. Bisogna stabilire meccanismi dove non tutto viene deciso, dove ci sia la capacità di correzione nella programmazione.

L'architettura è un vassoio che, all'apparenza, parla di spazio; ma, in verità, parla di tempo.

Diventerà sempre più costoso avere terreno per costruire, bisogna, quindi, usare gli edifici con “funzioni” a tempo, nell'arco di tutte e 24 le ore del giorno. La casba funziona 24 ore su 24.

Cubatura/ore utilizzo = costo. Se utilizzo solo 8 ore su 24 pago lo spazio tre volte tanto!

Diversi usi nello stesso spazio. Macchina intercambiabile sempre accessibile.

Progettiamo con i tempi lunghi. Abbiamo accelerato troppo: rimettiamo in circolo l'idea dell'albero coi tempi lunghi.

TESSUTO
Edifici disgregati funzionalmente per “punti”, non densificati.

Intarsio nel tessuto: la sofisticazione italiana.

TESTO
La parola ha il primato sul disegno...

Di-lemmi.

Non graforroico.

THE GREEN PALLADIO
Attenzione agli atteggiamenti morali: il “verde” fa bene a tutto... Ma il “verde” cos'è: un colore. Non è un buono universale in sé, così come il costruito statico non è un male.

Una città (non) è un albero.

TRASFORMAZIONE

La metafora non genera architettura.

VISIONE AMBIGUAMENTE DOPPIA DELLA CITTA'

3: l'ingrediente segreto per la ricetta perfetta


mercoledì 18 febbraio 2009

Commercio in centro a Vicenza (e Carnevale!)

Mi sono incantato a Vicenza di fronte a una vetrina, allestita da una libreria, dov'erano disposti gli oggetti per il Carnevale: identici a quarant'anni fa probabilmente a cento se ne avessi il ricordo, salvo la confezione, che si è fatta più curata... La città è diventata industriale, è illuminata al neon, gli empori all'americana cacciano via le botteghe d'un tempo, ma la natura sotterranea e avvilita spunta in queste occasioni. Forse gli oggetti di cui parlo non erano fabbricati sul luogo, ma confezionati in serie, forse in un paese straniero. Ma qualcuno li aveva scelti secondo quel gusto preciso, a esclusione di tutti gli altri, e sono certo, senza nulla di intenzionale, solamente perché così gli veniva fatto. Cosí in un luogo, e non in altri, nascono determinati frutti, il bergamotto sulla punta della Calabria, qui il dattero e lì la pesca.

Piovene, 1961
[P.S. domani vien "giovedì gasso"]

lunedì 16 febbraio 2009

Vicenza di cartone

Questo so: che tutta la restante mia fanciulezza e buona parte della mia adolescenza furono piene di progetti di carrozze, e poi di navi, e poi di edifizi; e che arrivai fino a propormi di rifare in cartone, in piccolo, la mia città, studiandola un po' sul vero e un po' sulle cartoline illustrate per agevolarmi il processo di riproduzione e di rimpicciolimento.”
Ancor oggi, a ogni modo, quando torno a Vicenza, le mie predilezioni sono per certi angoli e scorci che mi ricordano, con i loro effetti da stereoscopio, la città di cartone sognata nei miei primissimi anni. Che ci fosse in me più la vocazione dell'ingegnere che dello scrittore?”

Piero Nardi, 1960

demolire o trasformare?


è un quesito che ci siamo posti anche noi... demolire per ricostruire le stesse forme e le stesse quantità probabilmente non ha senso.
se lo scopo è questo forse l'intervento più intelligente è la trasformazione.

anne lacaton e jean philippe vassal propongono alcuni scenari di trasformazione in ambito residenziale. la riflessione nasce da un programma pubblico di demolizione e ricostruzione 1:1 per l'edilizia sociale anni 60-70, al fine di cambiare il volto della città.

PLUS -Les grands ensembles de logements - Territoires d'exception - Druot, Lacaton & Vassal - Editions Gustavo Gili SL, Barcelone, 2007

se lo scopo è diverso........

domenica 15 febbraio 2009

Stralci di vicentinità letteraria


LETTERATURA VENETA


Il Veneto è una regione eccentrica che fa da ponte con diverse culture. La sua letteratura sfugge talvolta ai paradigmi collegati all'idea di letteratura italiana, e disorienta i critici, che non possiedono strumenti di misura adatti”.

VICENTINITA' E SEMPLICITA' CONTADINA

Restava, in Negro, il rimpianto della casa paterna, abbandonata, all'imbocco della Valle del Chiampo, della sua gente, delle antiche letture, del lavoro dei campi; la memoria della lunga siesta invernale fra le bestie della stalla, e la prima messa mattutina; ma soprattutto lo pungeva un costume semplice e solido, fatto a immagine delle stagioni, quasi tradito”.

VICENTINO = PROVINCIALE

Gian Dàuli è vicentino nei luoghi e nei caratteri non solo per la testualità dei teatri dell'azione e il disegno di alcuni personaggi, ma anche per certo gusto provinciale immaginoso, facile all'avventura. Esce dalle pieghe di famiglie disastrate, dovei patrimoni sono dissolti da eredi tarati e inetti. È un mondo di avvenimenti senza grandezza, dove la coscienza del male e dell'errore non trova catarsi”. “Rinasce il dramma di quel mondo provinciale, perso fra superstizione e devozione, misticismo e follia, che è nelle radici della vicentinità (coi distraenti problemi dell'amore non consumato o sprecato per errore)”.

I DUE MAESTRI LETTERATI VICENTINI: FOGAZZARO E PIOVENE

Ma mentre Fogazzaro ebbe per quella società i riguardi del gentiluomo romantico di buone maniere, Piovene, dotato di ragguardevole spirito critico colse con vigore i caratteri di miseria morale, di disfacimento e follia”. “Lo accomuna al Fogazzaro, oltre al mondo di alcuni dei suoi personaggi preda di follie mistico-autolesionistiche, la partecipazione continua del paesaggio ad ogni avvenimento. E il paesaggio Piovene è quello di Vicenza, dove la pianura, le colline e gli alberi prendono voce e colori”.

VICENTINITA' E CADUTA NOBILIARE / VICENTINITA' E FEDE

Nel leggere i romanzi di Fogazzaro si ha la sensazione che gli anni vicentini, andati dal 1866 all'anno del suffragio universale, siano stati di irreparabile decadenza per le classi ricche che avevano governato le città ed erano vissute sui resti delle proprietà immobiliari e dei fondi agricoli; e che sia nato allora quel tipo di borghesia imprenditoriale e di aggregato popolare, consolidato nelle prime società operaie. Il privilegio ottocentesco della ricchezza e dei titoli declina dopo il 1866. Ed è a questo quadro aggiornato di una società cattolica, tarata nella fede, che si rifà, più con intelletto critico che con capacità poetiche, la vicentinità di alcuni scrittori”.

NAVIGABILITA' DEI FIUMI VICENTINI

Durante il viaggio letterario per l'Italia, Ojetti nel 1896 incontrerà a Vicenza, dopo Fogazzaro, Lioy, di mattina presto, in barchetta sul Retrone”.

venerdì 13 febbraio 2009

Gato magnao?

Non si può parlare di ristoranti in Centro a Vicenza senza citare la vexata-questio "gato alla vicentina".

"Il nome «gato» ricorre spesso nella parlata vicentina, basti pensare ad esempio, al «far le gatele» o le «gate gate» per indicare il solletico, oppure camminare a «gatoni». A tramandare la fama contribuisce l'antica tiritera che indica «veneziani gran signori, padovani gran dotori, vicentini magnagati, veronesi tuti mati». Ovviamente nella tradizione si è mantenuta viva l'espressione di «vicentini magnagati», alimentata anche da una copiosa e ironica letteratura culinaria. L'origine del motto è incerta, si dice che la fama nacque durante una pestilenza o un assedio nel corso dei quali i cittadini per sfamarsi furono costretti a mangiare ogni tipo di animale. Una condizione comunque abbastanza normale in ogni città in tempi nei quali sopravvivere era già difficile, per cui non solo Vicenza si è trovata in quelle condizioni.
Secondo un'ipotesi storica, sembra che i vicentini si siano guadagnati l'appellativo di «magnagati» nel 1698, quando una grande invasione di topi terrorizzava la città. Malgrado i vari tentativi, non si riusciva a combattere le schiere di topi, e la situazione era tanto grave che Venezia dovette intervenire inviando un esercito di gatti. La tattica funzionò, ma da allora i vicentini si meritarono un posto stabile nella proverbiale distinzione di «magnagati», mantenuta viva anche da altre leggende. Sembra infatti che la presenza dei felini abbia stuzzicato la fantasia di qualche cuoco, utilizzando proprio i gatti come piatto principale.
C'è un'altra ipotesi sulla provenienza del termine «magnagati», una teoria di origine fonetica, trascurata nelle attuali considerazioni, ma conosciuta già nell'Ottocento. Trova fondamento dalla parlate locali, quando per dire la frase «hai mangiato» in dialetto veneziano si pronunciava «ti ga magnà», in padovano «gheto magnà» mentre nel dialetto antico vicentino si affermava «gatu magnà». Questa pronuncia diede probabilmente origine al soprannome di «magnagatu» o «magnagati» dato in senso spregiativo dai rivali veneti ai vicentini. Che i veneziani poi avessero il gusto di affibbiare soprannomi con la desinenza «magna» è noto: indicavano (e indicano tuttora) come «magnagiasso» certi pescatori, «magnamaroni» ai ruffiani, «magnacarta» agli scribacchini, «magnamocoli» alle persone bigotte, «magnamerda» per disprezzare un individuo. È probabile quindi che il nome dato ai vicentini sia dovuto all'eccezionale afflusso di colonie di gatti in città o in particolari occasioni: magnagati dunque non nel senso che mangiavano i felini, ma per la loro diffusa presenza e affettuosa convivenza. Citando in un'opera la nostra città il Folengo diceva «Vicetia plena gatellis». Infine è il caso di richiamare l'antica famiglia vicentina dei Barbarano che già dal 1200 erano detti «Gati» o «Goti» forse in memoria dell'origine barbarica della stirpe. "

tratto da:
Vicentini «magnagati» tra storia e leggenda, di Emilio Garon
Da "Il giornale di Vicenza" - Domenica 14 Maggio 2006

giovedì 12 febbraio 2009

Siamo alla frutta...

Ecco, finalmente al grande pubblico, i primi dettagli costruttivi (1:1) della sezione della facciata del nuovo palazzo degli Uffici Comunali.


Notare il ricorso a raffinate tecniche "eco-compatibili", "sostenibili" e "sostanziose".

martedì 10 febbraio 2009

Rovine di Vicenza

Segnalato da Ilaria:
http://ruins.clab.it/
+ sito dell'Autore vicentino [Enrico Mitrovich] in:
http://galleria.clab.it/
e intervista in:
http://www.videoludica.com/news/gamescenes/intervista-enrico-mitrovich-seconda-parte?lang=it

Vitaliano (parte II)

SUL CENTRO
"Stavo camminando in pieno Corso. Gente dappertutto, vetrine dappertutto, vestiti e scarpe soprattutto. Un delirio di negozi di abbigliamento dal principio alla fine del Corso. Giacche di tutti i tipi, pantaloni larghi stretti corti lunghi, a zampa, a tubo, a sigaretta, con le pence, senza pence, con la piega, senza piega, col risvolto, tutti stracciati; pantaloni nuovi che sembrano affettivamente nuovi, e altri, sempre nuovi, che sembrano invece vecchi e consumati e addirittura pieni di buchi. Scarpe inglesi, scarpe italiane che sembrano inglesi, stivali da cow-boy con la punta a spillo e il tacco rientrante, stivali a punta quadrata, con gli speroni; scarpe da finto boscaiolo, da finto velista, da finto militare, da finto nazista e cosí via dall'inizio alla fine del Corso e anche dopo il Corso. Una logorrea vestiaria, un'isteria calzaturiera tipica della nostra epoca, pensavo camminando per il corso, un'epoca in cui ci si veste per comunicare qualcosa, indossando vestiti che non hanno piú alcun significato; calzando scarpe e stivali che non hanno alcun senso. Un abbigliamento di facciata, una moda di facciata inserita in quella prospettiva palladiana di facciata che è la nostra città. E dietro queste squisite architetture, dietro queste scenografie secolari, si nascondono commercianti paghi tre prendi due; dietro queste facciate simmetriche o falsamente simmetriche, che in alcuni casi non sono che il risultato di esistenze altrettanto simmetriche, si celano dentisti armati delle loro tenaglie, commercialisti e consulenti finanziari, notai e avvocati, rappresentanti assicurativi, consulenti del lavoro, gallerie d'arte (?), librerie, supermercati e 'vanti 'vanti avanti cosí per tutto il Corso. Facciate, prospettive e scenografie, vive per un orario a norma di legge e di associazione commercianti; desolantemente vuote dopo le dieci di sera e alla domenica. Niente può deprimermi di piú che una passeggiata in centro la domenica pomeriggio, pensavo camminando lungo corso Palladio. Al solo pensiero delle coppie deambulanti per il centro di Vicenza la domenica pomeriggio, lei magari con la carrozzina, lui dietro, davanti, di fianco a lei e alla carrozzina (o addirittura lui stesso che spinge la carrozzina e lei di fianco a lui), con la radiolina all'orecchio - cosa frequentissima -, alla sola idea, dicevo, della ribalta domenicale sul palcoscenico provinciale che è il centro di Vicenza, pensavo, mi viene da vomitare".

lunedì 9 febbraio 2009

un giorno philip mi disse che...

Questo simpatico vecchino che che un giorno entrò alla mia facoltà a più di 80 anni, tenne una conferenza e alla fine si congedò da tutti noi con una risatina istrionica e un monito.

La risatina era quella di chi, ormai al traguardo, ti osservava divertito e con un certo distacco. Tu capivi che tra te e lui c'era di mezzo un oceano e una marea di squali, oltre che una incolmabile fetta di storia.

Il monito però ti faceva risollevare la testa e credere e sperare che ce la potevi fare anche tu.

Ci disse due sole parole, molto semplici:
"passion and play".

E' ovvio che architettura non è "solo questo", ma se non è "neppure un briciolo di questo"...

domenica 8 febbraio 2009

Vitaliano (parte I)

ARCHITETTI (E PRETI)
"Prima hanno rovinato tutto i preti, disse mio fratello, e ora rovinano tutto gli architetti con la loro idea approssimativa dell'architettura. Prima studiate Architettura a Venezia, disse mio fratello rivolto all'architetto Lazzaron, poi ritornate in provincia e applicate l'idea distorta dell'architettura che vi siete fatti studiando, si fa per dire, Architettura a Venezia. Studiate Architettura per poi intrufolarvi, con la vostra laurea in Architettura, in tutti gli anfratti delle amministrazioni comunali della provincia, e usate della vostra laurea in Architettura come di un grimaldello che vi apra tutte le porte di queste amministrazioni. Nessuno, disse, ha altrettante responsabilità che gli architetti dell'uso infame e dello scempio che si è fatto, si sta facendo e si farà del nostro territorio. I geometri forse hanno altrettante responsabilità, ma mai altrettante responsabilità che gli architetti. I piú pericolosi, comunque, disse mio fratello, sono i geometri che si prendono la laurea in Architettura. Peggio di un architetto può essere solo un geometra che si è preso la laurea in Architettura, su questo non ci piove...
Naturalmente voi, tu caro architetto, non pensate certo in questi termini, forse non pensate affatto. Per questo avete capito tutto. Non c'è niente da capire, niente da pensare: solo da costruire. In questo consiste la tua bella gestione del territorio: costruire fin che il territorio non finisce, fin che non c'è piú spazio. Allora, quando il territorio è finito si lascia andare anche di far politica, ché, tanto, non c'è piú scopo di farla perché non c'è piú niente da costruire... Il vostro razionalismo non è che un abborracciato pseudorazionalismo di provincia; il vostro postmoderno un appastellato postmoderno di provincia, e in definitiva tutta l'architettura vicentina non è che una avvilente architettura di provincia, che ha perso per strada anche il minimo decoro di facciata. Siamo circondati da case color cremino, da condomini color nocciolina, da residence giallini e marroncini. Mai giallo, gialli-no. Mai verde, verdino. Mai celeste, celestino. Mai una casa, sempre e solo casette. Un pezzo di Le Corbusier di qua, una palata di Scarpa di là. Una cazzuolata di Lloyd Wright a destra e una di Loos a sinistra. Camminare per una qualsiasi di queste zone residenziali industriali o artigianali, significa infilarsi in una pattumiera urbanistico-architettonica in scala di uno a uno. Un'isteria urbanistico architettonica, una cacofonia cementizia che ci assorda e ci squilibra non appena mettiamo il naso fuori di casa".

venerdì 6 febbraio 2009

Metallo Pesante o Valbruna

Dove sono i luoghi (in centro) per suonare musica energica e pesante per i giovani metallici di Vicenza?
Per scompigliare i parrucconi del Centro Museo Ingessato?

Heavy metal Alternative metal Avantgarde metal Black metal Death metal Doom metal Epic metal Folk metal Gothic metal Glam metal Metalcore New Wave of Vicenza Heavy Metal Power metal Progressive metal Stoner metal Thrash metal ...

giovedì 5 febbraio 2009

La città alta?

"...Per me la Vicenza contemporanea va molto oltre il centro storico, perchè il territorio vicentino ha delle caratteristiche di diffusione pesantissime e questo aspetto di frammentarietà e discontinuità è presente ancor di più nel Veneto. Io dico che introdurre questo discorso di nel centro storico di Vicenza è interessante, come un esercizio accademico di provocazione. Considerando la complessità della città e introducendo la dimensione geografica e paesaggistica di questo territorio...".
Goncalo Byrne

Tratto da: La città alta - Mostra Convegno Vicenza febbraio 2008

mercoledì 4 febbraio 2009

Vicenza Liquida

Abbiamo a lungo discusso sul ruolo dell'acqua a Vicenza, in particolare dei due fiumi che trapassano/attraversano il centro antico. Un ruolo defilato, a volte puramente funzionalista, molto diverso dalla vicina "cugina" Treviso. Pensare a come rivitalizzare il rapporto cittadino-acqua...

Vicenza "volta le spalle" all'acqua?
Dove sono le fontane di Vicenza?

martedì 3 febbraio 2009

per vicenza vorrei un progetto un po' più...


voi come vorreste la vostra città del futuro?*
*Il Cubo di Rubik, uno dei rompicapi più famosi al mondo e che ha appassionato diverse generazioni, è finito nelle fauci di un computer che lavorando senza sosta per 63 ore è riuscito a dare la prova che è possibile risolvere il puzzle in 26 mosse stabilendo un nuovo record e battendo il precedente che si attestava sulle 27 combinazioni.

a.a.a. architetto cercasi per grande progetto visionario

cercasi: abile progettista, piacevole, deciso, diplomatico.
offresi: poco e prezioso tempo, idee bizzarre e confuse, scarso senso pratico, attitudine al multitasking.


astenersi primedonne, logorroici e perditempo.
inoltrare cv in "commenti" max 10 righe.

domenica 1 febbraio 2009

creatività, venus, velenum


uno dei punti che possiamo valorizzare a vicenza può essere la creatività. in questo libro di richard florida ci sono alcuni utili spunti per capire com'è cambiata la società e quali sono gli spazi e gli ambienti in cui i creativi si sentono a loro agio.
l'ascesa della nuova classe creativa - mondadori 2005

altra parentesi di lettura può essere questo articolo di paolo fabbri
in chiave completamente diversa affronta la questione dei luoghi che generano piacere e più in generale il tema dell'abitat e della bellezza.
"Il problema contemporaneo dell'abitat non è il bello ed il brutto, ma è il benessere e malessere."
abitat e bellezza - lint 2008

Cervella vicentina

METROPOLI PAESANA / CITTA' SUDDITA CITTA' SCONFITTA STORICA PERMANENTE / CITTA' D'OGGI DAI COLORI SPORCHI / VILLE VENETE / “SCHIACCERO' CON UN PUNGO LA CUPOLA DEL PALAZZO DELLA RAGIONE” / L'ANGELO NERO DEL PALLADIO SULLE COLONNE BIANCHE / PALLADIO E' UN MOSTRO SACRO E, CASUALMENTE, VICENZA E' IL BORGO CHE CONTIENE L'ORACOLO / SAGRESTIA D'ITALIA / RESISTERE ALLA SUPERSTIZIONE / MORALISMO CATTOLICO CLERICALE ACCOMODANTE / "NON TOCCATE. SIETE IMPURI" / "DIO TI VOMITA" / ATMOSFERA DI SACRA TETRAGGINE / VARIA CONFUSIONE PSICOLOGICA E SPIRITUALE / SCORCI DI CARTONE / CITTA' IN BIANCO E NERO / AUTOCOMPIACENZA-GUARDARSI-NARCISISMO / VICENZA MERAVIGLIA CHIMERICA / PICCOLA ROMA SCENOGRAFICA / FANTASIA LUNATICA DEI SIGNORI / CITTA' MITIZZATA, DIVERSA DAL MONDO: CITTA' OMBELICO DEL MONDO / VICENZA = AZNEVIC / LA POPOLAZIONE LAPIDEA / L'ACCENTO DEL DIALETTO VICENTINO / AMORI VICENTINI: BUOI, CAVALLI, CAMPI, CASA, FAMIGLIA, TRADIZIONE, UCCELLI, CACCIA, BELLA VITA, BELLE DONNE E SANTA MADRE CHIESA / CUCINA FINE: BACCALA' / INGIURIA VICENTINA: PER GLI ORIGINALI E I POETI / POMPOSA MA TIRCHIO-AVARA / CIVILTA' FILTRATA / CONSERVATRICE / LA MANTIDE IMMOBILE E LA CITTA: VICENZA NON MUTA MAI?

Alcune suggestioni terminologiche/letterarie tratte dalla lettura di scrittori vicentini...

sabato 31 gennaio 2009

Puente de la Calahorra, Cordoba











Questa installazione si trova a Cordoba, Spagna, ed è stata realizzata in testa al ponte della Calahorra, direzione Mezquita, appena fuori dai confini del centro storico, su un paseo piuttosto transitato. Questo semplice percorso ha la capacità di creare curiosità e sorpresa in chi vi passa accanto, obbliga a prendere altre direzioni rispetto all'abituale, a passarvi attraverso, a vedere lo spazio in altri modi...insomma, offre un piccolo evento giocoso inaspettato in città.

Cowboy del NordEst


I CetoMedio sono stati un gruppo vicentino (1996-2006) di critica sociale:
il loro "lavoro migliore", forse, è stato:
http://it.youtube.com/watch?v=LInzJdqKnO0

Trovate la canzone, liberamente scaricabile, in:
http://www.archive.org/details/KetchupoMaionese_0

martedì 27 gennaio 2009

sistema piazze > meccanismo djemaa el-fna


Lo spirito del gioco potrebbe essere questo: mettere a sistema gli spazi pubblici del centro storico per farli vivere un po’ come la piazza Djemaa El-Fna a Marrakech.

Spiego meglio: questo grande vuoto, composto da due spianate di cemento e privo di qualsiasi appeal, si rivela interessante per le dinamiche che si generano.
Diventa qualcosa di affascinante nel momento in cui la gente se ne appropria e lo fa vivere.

Il bello di questa piazza è che vive tutti i giorni, durante tutto il giorno, dal mattino a notte fonda.
I nostri spazi invece, anziché mettere in scena la vita, esibiscono la loro mineralissima superficie.


mercoledì 21 gennaio 2009

pre-visioni del padiglione polacco

non so se siete andati all'ultima biennale, io ne ho fatto indigestione per vari motivi...

per avere delle utili pre-visioni, vi segnalo questo sito: http://www.labiennale.art.pl
cliccate e aspettate, le immagini scorrono da sè.

il padiglione polacco, con un progetto fotografico ha vinto il leone d'oro
per la miglior partecipazione nazionale.

l'idea forte è quella di ipotizzare attraverso immagini, il futuro di alcune architetture contemporanee del loro paese.

sono dei trittici in cui ai lati c'è lo stato reale di alcuni edifici, mentre al centro, attraverso un fotomontaggio, ne mostrano una visione tra 20 anni.
davvero belle e ... inquietanti.

Anche se "sospettiamo, prevediamo, sentiamo cosa dobbiamo fare.
Non conosciamo tuttavia né l’immagine, né la forma di ciò che alla fine giungerà. Possiamo solo di una cosa essere certi, che non avrà una forma conosciuta. Sarà diverso da tutto quello al quale ci siamo abituati”.
(Zygmunt Bauman, Liquid Life, Polity Press, Cambridge 2005)

a lato:
santuario mariano, lichen, barbara bielecka, finito nel 2004
e sul sito: metropolitan edificio sede di uffici, varsavia, foster and partners
rondo 1, edificio sede di uffici, varsavia, skidmore, owings & merrill
il terminal 2 dell'aeroporto di varsavia e la biblioteca dell'università di varsavia ...

martedì 20 gennaio 2009

lemmario

Di seguito alcuni dei lemmi che mi pare possano essere utili per parlare il linguaggio della rinaturalizzazione della città.
Oggetto di analisi e intervento è il centro storico, una sorta habitat a sé stante analogo a quello di una serra.
La serra è per noi un laboratorio progettuale dove poter sperimentare; la modificazione genetica, è una delle tecniche con cui possiamo cimentarci, forse la più raffinata, poiché agisce attraverso un processo progettuale complesso, attento e mirato, ma non per forza eclatante.
c
cortocircuito: Fenomeno per cui in un circuito elettrico si determina un contatto diretto [...] contatto tra elementi differenti.
cross-fertilization: La cross fertilization non appartiene ad un solo settore/ambito [...] “interchange between different cultures or different ways of thinking that is mutually productive and beneficial”. [...] mette in relazione elementi differenti.
i
innesto: [...] entrambe le parti dell’innesto vengono “trattate” alterate in modo da consentire l’innesto. La semplice giustapposizione delle parti non produce innesto. [...]
o
ogm: Organismo geneticamente modificato.Organismo vivente il cui patrimonio genetico è stato modificato artificialmente mediante sostituzione o aggiunta di nuovo materiale genetico. Anche senza la necessità di stravolgimenti esterni eclatanti, possiamo ottimizzare il funzionamento di un patrimonio che già possediamo.
s
serra: Ambiente chiuso in cui si creano le condizioni ambientali per consentire la coltivazione di particolari piante. Microcosmo che [...]
t
talea: Porzione di ramo, germoglio, foglia o radice, capace di costituire [...] una nuova pianta.


per i contenuti [...] animate il blog o aspettate il prossimo sabato.

lunedì 19 gennaio 2009

vedere/percorrere/vivere le locations 2



qualche suggestione esterna:
strategie di progetto, riflessioni, aspettative



qualche suggestione cinematografica:
primo amore

di matteo garrone con vitaliano tevisan, michela cescon - 2004


qualche suggestione letteraria:
scrittori di vicenza (dal 1836 al 1974 – i 19 scrittori più significativi)
viaggi in italia di Piovene


vedere/percorrere/vivere le locations




qualche immagine:
dei nostri sopralluoghi by day e by night

pre-visioni: brief

Poiché l’architettura lavora nell’incontro tra visione e realtà, ed è immaginazione applicata all’organizzazione dei luoghi che abitiamo e che viviamo, ne segue che l’opera dell’architetto sta innanzitutto nel suo sperimentare e immaginare.